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Avrete sicuramente già sentito parlare di blockchain. Questo termine, infatti, è stato inflazionato negli ultimi anni. Ma cosa è la blockchain? Come definito nel glossario di Bitcoin, la blockchain non è altro che un registro pubblico delle transazioni Bitcoin, riportate in ordine cronologico. Questo modo di archiviare e gestire le transazioni avviene attraverso la nuova tecnologia sulla quale Satoshi Nakamoto ha basato il funzionamento di Bitcoin. Per comprenderla bisogna trovare similitudini con il mondo che conosciamo – ad esempio, la definizione di libro mastro è fondamentale per comprendere la blockchain.

Definiamo il libro mastro come un registro di tutte le attività economiche di un’azienda. Esso è quindi utilizzato per tenere traccia e provare il passaggio di proprietà dei beni. Questi beni possono essere beni tangibili (come veicoli, case, strumenti, ecc.) oppure intangibili (denaro, certificati di credito, diritti digitali, ecc.). Le generazioni moderne sono abituate ad avere fiducia nel modo in cui i dati vengono registrati ed archiviati, e negli istituti che li detengono. La contabilità dei nostri soldi è affidata alle banche, il registro delle nostre proprietà al catasto e, tra i tanti altri registri, conosciamo anche quello dei nomi all’anagrafe. Ma siamo certi che questi registri siano al sicuro? Vi sarà sicuramente capitato di sentir parlare di tangenti scambiate dai dipendenti di qualcuno di questi enti per favorire alcuni utenti invece di altri, oppure di banche che bloccano transazioni di denaro, o semplicemente di perdita di dati causata da eventi naturali o trascuratezza da parte dell’ente. Ad ogni modo, questa tipologia di registro è detta centralizzata, ovvero controllata da un ente. Ad oggi, ogni registro che conosciamo è centralizzato, ovvero controllato da un’autorità di fiducia che si prende cura del mantenimento e dell’archiviazione dei dati.

blockchain

Vista l’importanza delle informazioni contenute nei registri, non vorremmo mai che persone poco affidabili possano accedervi, nè tantomeno modificarli. Eppure, questo succede! Quali casi durante la storia ci hanno fatto perdere la fiducia negli enti che gestiscono i nostri registri? Ricordiamo l’emissione di titoli di studio fasulli, la perdita di registri di proprietà di terreni in paesi poco sviluppati, la poca trasparenza tra diversi istituti medici, il prelievo forzoso effettuato da alcune banche (es. Cipro 2013), ecc. Per adesso, proviamo ad immaginare per un momento un registro decentralizzato, dove tutti i dati e le transazioni siano registrati e mantenuti in modo tale che siano invulnerabili a illeciti da parte dei contabili, o anche a distrazioni o errori, e che sia neutro nei confronti degli utilizzatori (ovvero che non faccia distinzioni arbitrarie).

La blockchain è un registro digitale distribuito su tutti i nodi della rete (come spiegato nell’articolo #12 ogni nodo mantiene una copia del registro) dove sono custodite tutte le transazioni effettuate in Bitcoin con un meccanismo che ne garantisce l’integrità. La distribuizione equa su tutta la rete ne determina la sua decentralizzazione, perché non controllabile (e controllata) da una sola ed unica autorità centrale, ma costantemente verificata e mantenuta integra da ogni singolo partecipante della rete. La blockchain di Bitcoin è il primo esempio di registro decentralizzato utilizzato per tenere traccia di transazioni finanziarie che avvengono in tutto il mondo.

Dunque, possiamo fidarci di un registro decentralizzato? Quali sono le caratteristiche che lo rendono tale?

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