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ParlareBitcoin

E’ necessario conoscere le proprietà del Bitcoin prima di valutare la possibilità di considerarlo come moneta: il Bitcoin è privato, cioè non controllato né emesso da nessun ente; decentralizzato, quindi l’emissione e la produzione di nuova moneta sono affidate a diversi utenti sparsi nel mondo e non ad un’autorità centrale; digitale, in quanto non esistono monete fisiche ed è una criptovaluta, impossibile da clonare o riprodurre.

La “politica monetaria” del bitcoin (BTC) è molto semplice e chiara:

  • La quantità di moneta in circolazione stabilita dal protocollo è di 21,000,000 bitcoins (ad oggi vengono prodotti approssimativamente 12,5 BTC ogni 10 minuti, ma fra qualche mese la produzione si dimezzerà).
  • La trasparenza del protocollo e della politica monetaria è assoluta: attraverso internet, infatti, è possibile monitorare tutte le transazioni.
  • Il consenso degli utenti è un elemento essenziale.
  • Queste sono proprietà interessanti, ma sono sufficienti a soddisfare i requisiti del bene moneta? (Quelli di cui vi parlavo nell’articolo precedente).

La risposta è sì! E per diversi motivi. Prima di tutto il Bitcoin è un bene durevole – essendo digitale, è impossibile che si logori; è facilmente trasportabile, per ovvie ragioni; divisibile, infatti è possibile possedere anche 1 satoshi (definito come la più piccola parte di bitcoin 0.00000001 BTC); resistente alla contraffazione, infatti i bitcoins sono assegnati a specifici indirizzi, che non possono in alcun modo essere duplicati e sono conosciuti solo dai proprietari. (Questi argomenti verranno meglio trattati nei prossimi articoli).

Le Propietà di Bitcoin

“Una misteriosa nuova tecnologia emerge, apparentemente dal nulla, ma in realtà è il risultato di due decenni di intensa ricerca e sviluppo da parte di ricercatori quasi anonimi. Gli idealisti politici proiettano su di essa visioni di liberazione e rivoluzione; le élite delle istituzioni accumulano disprezzo e disprezzano. D’altra parte, i tecnologi – i vincitori – ne sono stati trafitti. Vedono al suo interno un potenziale enorme e trascorrono le loro notti e fine settimana ad armeggiare con essa. Alla fine i prodotti tradizionali, le aziende e le industrie emergono per commercializzarla; i suoi effetti diventano profondi; e in seguito, molte persone si chiedono perché la sua potente promessa non sia stata più ovvia sin dall’inizio.”
Con queste parole, l’informatico statunitense Marc Andreessen si riferiva al personal computer nel 1975 e ad internet nel 1993, ma esse potrebbero benissimo riferirsi anche alle proprietà del Bitcoin.

Andreeseen parla anche del Bitcoin e dice: ”Il bitcoin offre ad un utente, per la prima volta, un modo per trasferire un pezzo unico di proprietà digitale ad un altro utente di Internet, in modo che il trasferimento sia garantito e sicuro, tutti sanno che il trasferimento è avvenuto e nessuno può contestare la legittimità del trasferimento”. Le conseguenze di questa svolta sono facilmente sottovalutabili, e per questo motivo la potente premessa non è ovvia sin dall’inizio. Quali tipi di proprietà digitali potrebbero essere trasferiti in questo modo? Pensate alle firme digitali, ai contratti digitali, alle chiavi digitali (alle serrature fisiche o agli armadietti online), alla proprietà digitale di beni fisici come auto e case, titoli e obbligazioni digitali e… denaro digitale.

Il Bitcoin viene concepito generalmente come un mezzo di speculazione finanziaria a causa della variabilità del suo prezzo. Nello stesso tempo, persone sconosciute, che si presentano come managers, chiamano proponendo investimenti finanziari, associati anche alle criptovalute, promettendo indirettamente rendimenti da sogno. Viene dunque naturale trarre la seguente conclusione: il Bitcoin e le criptovalute in generale rappresentano una speculazione finanziaria ed un investimento ad alto rischio.

In realtà c’è molto di più da sapere.

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